Un segnale allarmante c'era già stato alcuni giorni fa su Twitter quando il Nostro aveva lanciato il seguente proclama:
"L'euro è un progetto hayekiano-pinochettiano. Questo è un fatto. Il resto è sogno."
Incurante del mio amichevole avvertimento, il Nostro ha pubblicato oggi sul sito a/simmetrie (poi lo ha rilanciato sul sito pippino) un intervento di Sergio Cesaratto nel quale Hayek viene considerato una sorta di nume tutelare del progetto eurista. Cesaratto basa le sue elucubrazioni su un vecchio saggio di Hayek del 1939, evidentemente ignorando il fatto che Hayek, nel libro del 1976 intitolato “Denationalisation of money: the argument refined”, dichiara il suo scetticismo ("I have grave doubts") sull'ipotesi di "a new European currency":
“Though I strongly sympathise with the desire to complete the economic
unification of Western Europe by completely freeing the flow of money
between them, I have grave doubts about the desirability of doing so by
creating a new European currency managed by any sort of supra-national authority “.
Simpatico sto Von coso, vedo che l' abitudine di scrivere troppo e senza freni ha radici antiche, la nemesi si riverserà su tutti i suoi nipotini, tutti quelli che oggi blaterano di Europa, pro o contro. Sciauble, Sciobel o come cazzo si chiama in confronto sembra un mostro di coerenza.
RispondiEliminail prof. è un adoratore della "necessità". Ama postulare rapporti di causalità deterministici che solo lui, grazie alla propria superiorità intellettuale, scorge, e la cui semplice esistenza basta a rendere inutile e dannoso ogni dibattito. Se le cose, in forza di una qualche legge misteriosa, devono andare in un certo modo è chiaro che diventa superfluo nel migliore dei casi, ma dannoso molto spesso, discuterne. E' una posizione speculare a quella dei sostenitori dell' euro realtà "necessaria", indiscutibile. Da qui l'indifferenza o il costante dileggio verso tutte quelle soluzioni ( magari solo temporanee ) che rifiutano l' aut-aut aprioristico: certificati di credito fiscali, moneta parallela, trasformazione dell' euro in moneta comune etc.
RispondiEliminaA parte questo nell'articolo di Cesaratto ci sono delle notevoli imprecisioni storiche che adesso non ho tempo di analizzare...
È un neopositivista, cosa ci possiamo fare.
EliminaSiamo circondati, neopositivisti, neorisorgimentali, neofascisti e neocomunisti, mai nessuno che abbia una idea neorivoluzionaria.
Peter, restando in tema. Avevo letto su Goofynomics che in maggio o giugno Alberto Bagnai aveva in calendario un seminario con alcuni austriaci. Che, guarda caso, erano proprio quegli austriaci: scuola hayeckiana. Poi non ho più seguito, ne ha parlato ancora? Chiedo a te che sei senz'altro più attento.
RispondiEliminaForse ti riferisci a questo workshop ?
EliminaSì era quello.
EliminaDalla pagina FB Er Ducetto de Pescara:
RispondiEliminaEr ducetto ha decretato
il sussidio non si dia!
il disoccupato servo
della gleba vuol che sia
Perché è tanto progressista
soprattutto indipendente
ed all'ordine dall'alto
lui s'inchina deferente
Come un " dotto deferente"
EliminaSuona meglio e più realistico.
Non so se questa la capiranno tutti.
....bisogna però dire che Cesaratto ha assolutamente ragione quando sostiene che quando i più invocano "più Europa" stanno pensando ad un superstato che sarebbe piaciuto moltissimo a Von Hayek. Sbaglia completamente quando dice che storicamente le lotte operaie si sono sempre intrecciate con la lotta per l' indipendenza nazionale. E' esattamente l' opposto: è stata sempre la borghesia a guidare le rivendicazioni nazionali. Si pensi a come sono state ottenute l' indipendenza e l' unità d' Italia, alla guerra di indipendenza americana e si potrebbero fare decine di esempi.
RispondiEliminaD' altra parte, Cesaratto violenta la storia per colpire indirettamente Bellofiore che sostiene la necessità della creazione di un movimento dal basso in Europa. A Bagnai questa idea di Bellofiore non piace perché vorrebbe far credere che i lavoratori saranno automaticamente favoriti dall'uscita dall'euro. Mi ricordo che una volta ha avuto l' impudenza di sostenere che Marx fosse un nazionalista. Insomma, cari amici, bisogna stare ben attenti a separare il grano dal loglio. Di questi tempi sono incredibilmente mischiati.
Ti ringrazio di aver riportato la verità almeno in questo blog, questi personaggi e mi meraviglio di Cesaratto, probabilmente per lo shock greco, stanno manifestando alterazioni della percezione storica e filosofica dei movimenti del secolo scorso.
EliminaNon vedo questo bisogno di avere sempre pronta una analisi approfondita per ogni attualità, è una mentalità da giornalista non da politico, che qualcuno invece di dire la qualunque su ogni cosa dovrebbe prendersi qualche giorno di riflessione. Si discuterebbe di meno, ma più efficacemente.
grazie a te, ma io penso ( lo dico sul serio ) che la verità debba essere e sia sempre una costruzione collettiva. Concordo perfettamente che sia da stigmatizzare la tendenza in corso in certi ambienti a esprimersi su ogni materia dello scibile umano. E' una deriva adolescenziale, il diciottenne che pensa di aver capito tutto, di aver collegato tutti i puntini, del passato, del presente e del futuro. A presto.
EliminaÈ un piacere discorrere con te e capisco perchè Illo abbia voluto allontanarsi.
RispondiEliminaLa visione che proponi è la versione antropologica fideistica della verità, in realtà la storia della conoscenza è una storia di sostituzioni di teorie, un processo elitario spesso in contrasto con la collettivizzazione della teoria che si va a sostituire.
non posso rispondere perché impegnato nel viaggio di ritorno in nave a casa ( in Sicilia ). A presto.
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