lunedì 17 agosto 2015

Il più grande bluff dopo il week-end

4 anni fa, per l'esattezza in data 22 agosto 2011, con un articolo in origine pubblicato su Il Manifesto, iniziava ufficialmente l'avventura pippesca.

Non ricordo quando ho letto per la prima volta l'intervento che ha dato il via all'avventura pippesca ma ricordo bene che ebbi subito l'impressione che l'autore fosse uno squinternato, non tanto perché parlava di un eventuale default dell'Italia come se fosse un'opzione spendibile ( solo uno scemo poteva pensare nel 2011 che un eventuale default dell'Italia non sarebbe stato catastrofico per l'Italia e per l'economia mondiale) ma soprattutto per il modo assolutamente stravagante e superficiale con il quale sviluppava l'argomentazione :

secondo Bagnai con l'uscita dall'€ e con la svalutazione il debito in valuta estera sarebbe aumentato ( la svalutazione renderebbe più oneroso il debito definito in valuta estera ) ma sarebbe stato più facile pagarlo ( Ma porterebbe da una situazione di indebitamento estero a una di accreditamento estero, producendo risorse sufficienti a ripagare i debiti, come nel 1992 ) ! Se per caso non fossimo riusciti a pagarlo, avremmo potuto dichiarare default ( dichiarare, se sarà necessario, il default, come hanno già fatto tanti paesi che non sono stati cancellati dalla geografia economica per questo ) e se avessimo dichiarato default il fatto di non poter accedere per qualche tempo ai capitali esteri non avrebbe avuto conseguenze gravi perché per decenni l’Italia è cresciuta senza ricorrere al risparmio estero. [...] Rimuoviamo l’euro, e l’Italia avrà meno bisogno dei mercati, mentre i mercati continueranno ad avere bisogno dei 60 milioni di consumatori italiani.

In parole povere, rimuovendo l'euro avremmo avuto due opzioni, entrambe positive (secondo Bagnai) : pagare i debiti in valuta estera con le risorse derivanti dall'aumento dell'export e crescere oppure, se il piano A fosse fallito, avremmo potuto dichiarare default e crescere con il risparmio nazionale. Non si capiva come fosse possibile, nello scenario pippesco, utilizzare, dopo un default, il risparmio nazionale per sostenere la crescita visto che l'euro aveva già stritolato redditi e risparmi e la svalutazione che li avrebbe decurtati ulterioremente ma tant'è, la logica pippesca ha sempre avuto questo andamento saltellante, è la cosiddetta "logica a zompo di ranocchia", si salta a casaccio da una premessa ad una conclusione così tanto per zompare, senza un perché.

Va detto che in seguito  l'opzione default ha avuto un ruolo marginale nella narrazione pippesca mentre l'opzione mercantilista in salsa pescarese cioè a dire la sequenza svalutazione --> aumento export --> effetti positivi su reddito e occupazione ha assunto un ruolo assolutamente centrale nella Goofynomics.


A Ferragosto però, come si è già detto, è successo l'imprevedibile:  la Goofynomics è morta. Ma la cosa davvero incredibile è che l'ha uccisa lo stesso Bagnai. Come ha fatto? L'ha uccisa con un frase, nel momento in cui ha ammesso che durante una crisi globale contare sulle esportazioni è vano. 

Siccome tutta la Goofynomics si regge sulla sequenza svalutazione --> aumento export --> effetti positivi su reddito e occupazione, ammettere che durante una crisi globale contare sulle esportazioni è vano vuol dire che uscire dall'€ e svalutare non è sempre utile, ad esempio durante una crisi globale potrebbe essere del tutto inutile.



Ma se uscire dall'€ e svalutare rischia di essere inutile, quali alternative abbiamo per superare la crisi una volta recuperata la sovranità

Nell'intervento del 2011 l'alternativa (si fa per dire) all'eventuale fallimento del mercantilismo in salsa pescarese era il default mentre nel trafiletto pubblicato a Ferragosto l'alternativa al fallimento del mercantilismo in salsa pescarese non è specificata, Bagnai parla genericamente di un eventuale recupero da parte del nostro Paese della piena sovranità economica, senza delineare come questo recupero potrebbe e/o dovrebbe poi svilupparsi sul piano economico, finanziaro e politico per superare la crisi.

Ma se la sequenza svalutazione --> aumento export --> effetti positivi su reddito e occupazione non può funzionare perché durante una crisi globale contare sulle esportazioni è vano, quali sono allora le opzioni che restano per tentare di rilanciare la domanda interna una volta usciti dall'€?

Dal momento che la Goofynomics è morta, per chiarire la questione Bagnai dovrà inventarsi la Clavicembeconomy o qualcosa del genere ma a questo punto sorge spontaneo un dubbio : vuoi vedere che Bagnai è un memmettaro a sua insaputa e che lo era già nel 2011 quando pensava che si potesse superare la crisi con un default? Il post pubblicato oggi da Bagnai rafforza questo sospetto.

Sarebbe davvero clamoroso scoprire che Bagnai è in definitiva la copia in giacca e cravatta di Paolo Barnard e che tutta la manfrina della Goofynomics non era altro che un tentativo, peraltro andato a vuoto, di formalizzare un piano A apparentemente più credibile e con una presunta dignità scientifica (ma l'economia non è una scienza) e tenersi il piano B (stampare e/o creare moneta per sostenere l'economia spendendo in deficit) come riserva.


Resta il fatto che la Goofynomics è morta e che i libri di Bagnai serviranno da ora in poi come zeppe per tavoli traballanti o come documenti di un grande bluff studiato a tavolino da un clavicembalista con l'hobby dell'economia.

20 commenti:

  1. Clavicembalista?
    Ma se suona, anche se la parola giusta è strimpella, da cani...

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  2. Bagnai sta diventando memmettaro e sovranista, è assolutamente corretto, solo che non può dire né l'una cosa né l'altra dopo aver gettato merda sul povero Barnard e aver insultato in lungo e in largo noi sovranisti. Quello che ho tardato a capire, sia perché all'epoca ero del tutto digiuno di economia politica (non che adesso chissà che... metto le mani avanti), sia perché provavo per Bagnai una grande (e mal riposta) simpatia, è che quel professore invitato al convegno "Fuori dall'euro fuori dal debito" del novembre 2011 era ben altro che un "compagno" venuto ad arricchire i nostri ragionamenti con dati statistici che molti di noi ignoravano. Né lo capii per molto tempo, perché nacque in me un sentimento di gratitudine intellettuale per il nuovo mondo che, anche grazie a lui, avevo scoperto.

    Ora è giusto che io riconosca che nelle discussioni che ebbi allora con D'Andrea e Pasquinelli molto spesso avevo torto (salvo quando gli dovevo spiegare, soprattutto a D'Andrea, qualcosa di matematico... ad esempio i numeri indice - vedi polemiche sul "mi nonna risparmiava"), in merito alle quali D'Andrea aveva la sua buona dose di ottime ragioni ma non riusciva a capire la differenza tra un divario di prezzi tra nord e sud Italia e l'evoluzione degli stessi nel tempo. Tipico dei giuristi.

    Entrambi criticavano Bagnai per ragioni che sono poi apparse chiare a tutti noi. Ad esempio Pasquinelli, dopo un'iniziale fortissima diffidenza, si interessò di mmt (in questo sollecitato anche da me) riconoscendone il contributo. D'Andrea, di converso, poneva l'accento sugli aspetti (in)costituzionali dei trattati europei, ed è grazie alle lunghe discussioni che ho avuto con lui che, a un certo punto, mi si è accesa la lampadina. Per meglio dire: un lampo abbagliante.

    Insomma, diciamocela tutta: tutti noi, sbagliando chi più chi meno, abbiamo imparato molte cose in questi anni. Tutti meno Bagnai, che evidentemente è "nato imparato"! Tutti noi abbiamo l'abitudine di riconoscere gli errori (anche qui chi più chi meno), mentre Bagnai non falla mai!

    Salvo appropriarsi delle idee altrui sostenendo di averlo sempre detto, oppure dicendo che adesso il quadro è cambiato. Finirà con il dire che c'è la Ciiiina, ma neanche a quel punto molti dei suoi seguaci più fanatici capiranno chi e cosa è Bagnai: un esperto di econometria con un enorme deficit esistenziale da colmare, che ha fatto il passo più lungo della gamba non valutando correttamente la necessità di cooperare, sia pure in modo talvolta conflittuale, con molte altre intelligenze. Da qui alla pasticca il passo è breve.

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  3. Credo che magari lui la necessità di cooperare l'abbia capita.
    Ma potrebbero essere stati gli altri a non volerlo, una volta compreso con chi avevano a che fare, tranne rare eccezioni.
    Di necessità virtù e allora anche il divisionismo di Bagnai potrebbe avere un'origine nel sentimento di vendetta per il rifiuto subito a suo tempo.

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    1. Ti riferisci alla sinistra tipo "Il Manifesto" et similia, ad altri economisti come Bellofiore e Brancaccio, oppure a noi sovranisti (ARS, Sollevazione e cespuglini vari)? In quest'ultimo caso, posso testimoniare che così non è: il tentativo e la volontà di dialogare (non dico cooperare) c'è sempre stato.

      Nel caso di Sollevazione, credo che questa volontà sia definitivamente tramontata solo quando Bagnai disertò l’incontro di Bologna “Europa oltre l’euro” del 14 giugno 2014.

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    2. Come ulteriore testimonianza della natura del soggetto, copioincollo questo commento dello stesso Bagnai, intervenuto nella discussione successiva all'articolo linkato:

      «Povero Fiorenzo, che pena che mi fai! Ma se erano tanti anni che parlavate, come mai nessuno vi è stato a sentire? E io avrei sfruttato voi, che tre anni dopo siete ancora sconosciuti, per acquisire popolarità? Fiorenzo, quanto mi sono sbagliato su di te, quanto sei infimo. Ritrova il senso delle proporzioni. Se nessuno ascolta gli altri è perché ci sono persone come te, piccine, insulse, divisive, assetate di potere, che nella vita hanno sbagliato tutto e continuano a sbagliare tutto, e che spalano merda su un intero movimento definendosi “veri comunisti”.
      Ecco, sì, bravi, la purezza etnica… Proprio quella vi manca!
      Fiorenzo, tutti dobbiamo morire. Rientra in te, sii umile. Se vali poco non è colpa tua. Se nessuno ti ha ascoltato non è colpa tua. Anzi, direi che è merito tuo: a te piacevano le donne, a me i libri. Ecco: io ora so parlare, e tu sai fare la figura del mediocre. Ogni età ha la sua bellezza. Impara a tacere e diventerai più bello. Quali sarebbero le vostre critiche? Ne parlerò sul mio blog, delle vostre critiche, così almeno qualcuno le leggerà e potrà valutarle.
      Tu vergognati. Hai tradito la mia fiducia, ma io guardo sempre il bicchiere mezzo pieno: la lezione che mi hai dato (indirettamente) non è stata vana. L’ho ben appresa.
      Fatela voi, la politica, che siete così bravi, così puri, e soprattutto così interessati a farla. Eh, povero Fiorenzo… La politica è femmina, e tu sei vecchio. Rileggiti Senilità. Una volta ci sapevi fare, ma ultimamente il tuo corteggiamento si è fatto un po’ insistente, e quella bavetta agli angoli della bocca, non so come dirtelo, ma non è estremamente sexy. Dai, su, fatti il tuo quartino a Castro dei Volsci, e ringrazia Iddio che ho altro da fare…
      »

      In questa occasione fece anche uno SVARIONE LETTERARIO da paura, dimostrando di non aver letto "Senilità" di Svevo, pur citandolo. Infatti: “Emilio Brentani, 35 anni, è un intellettuale triestino fallito, perso nel ricordo della piccola gloria di aver scritto un romanzo. Lavora come impiegato in una compagnia di assicurazioni. Si tratta di una persona spesso poco conscia dei propri limiti, costretta dal destino ad accettare un ruolo inferiore a quello desiderato. La sua indolenza, da definire come inettitudine, lo colloca continuamente dalla parte dei perdenti.”.

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    3. Per non parlare del fatto che io non sono, né mi sono mai qualificato, come un "vero comunista". Ma ciò fa parte della tendenza alla diffamazione intellettuale del soggetto, che è la cosa che più mi ha fatto incazzare, molto più dei suoi insulti da pariolino.

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    4. La volontà di cooperare dei sovranisti credo sia fuori discussione. Non fosse che per le numerose testimonianze al riguardo che hai portato, anche in questa sede.
      Ovvio che la sinistra storica di certe cose non ne volesse neppure sapere, almeno fino a che il restare invischiati con le posizione euro-entusiaste ha iniziato a diventare parecchio rischioso anche per essa, malgrado l'apparato propagandistico poderoso di cui dispone.
      Di qui il progressivo sfilarsi che vediamo ormai all'ordine del giorno, persino sugli organi ufficiali dell'europeismo PD-ota più oltranzista come Repubblica e L'espresso.
      Dunque mi riferivo ai di lui colleghi, che immagino abbiano avuto modo di imparare le vere qualità del personaggio in epoche in cui noi neppure potevamo sospettare di certe cose, per motivi evidenti.
      Credo che quell'arroganza di cui hai riportato qui un esempio che definirei pregevole nella sua bassezza, abbia avuto modo di emergere tra gli addetti ai lavori a tempo debito, con tutte le conseguenze del caso.
      Poi magari tra cani non si mordono più di tanto, almeno in pubblico, ma più vado avanti e più mi convinco che certi atteggiamenti assolutistici siano appunto il frutto di una vera e propria emarginazione, rispetto alla quale si è fatto di necessità virtù.
      Resta il fatto che, sempre rispetto alla missiva da te riportata, l'aspetto più deprimente di tutta la questione è che non riesca a rendersi conto che certi atteggiamenti non offendono e sminuiscono chi ne viene fatto oggetto, ma soprattutto e in primo luogo chi li assume.
      Egli si ostina a non capirlo, o forse non riesce a dominare il suo istinto di revanche, persino nei confronti dell'ultimo dei novizi della materia o frequentatori di blog, ed ecco allora che le cronache attuali delle sue gesta registrano un ulteriore incrudimento al riguardo, per quanto possa sembrare obiettivamente difficile riuscire a fare ancora di peggio.

      Certo, Fiorenzo, che di pazienza ne hai avuta nel sopportare tutti quegli insulti, oltretutto da un personaggio tanto macchiettistico e fuori luogo in qualunque contesto come il profeta del sito pippero.
      Lasciamolo dunque nel suo brodo, che è quasi cotto a puntino.

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    5. La mia, caro clack, non fu pazienza, ma una strategia che studiammo a tavolino io e l'amico Claudio Martino. Fu una cena molto interessante, innaffiata da ottimo vino. In sintesi il ragionamento fu il seguente.

      Si era all'inizio del 2013, quando la stella pippesca risplendeva in tutto il suo fulgore e ogni sua fatwa veniva prontamente eseguita dai fedeli. Io e Claudio pensammo che, se lo stato d'animo del Bagnai fosse stato causato da un momentaneo esaurimento, allora una volta superato il problema lui stesso si sarebbe scusato. Al contrario, se quella era la sua vera natura, allora la cosa migliore era che mi sottraessi con un atteggiamento silente e non reattivo, perché in tal modo sarebbe stato costretto a cercare qualcun altro sul quale sfogare il suo malessere, e ciò avrebbe svelato urbi et orbi la sua condizione psicologica.

      E infatti così è avvenuto. Non sai quanti suoi ex-seguaci mi hanno scritto o chiesto scusa di persona per aver creduto alla fola del mio tradimento. Che poi, tradimento de che? Di avergli corretto le bozze del TDE? Il fatto è che, all'epoca, la sua parola era legge, e la mia al confronto non valeva niente. Se avessi reagito subito, senza la pazienza di aspettare, mi sarei coperto di ridicolo.

      Per altro, questa è stata una delle sue astute strategie. Prima offende, poi quando viene criticato attacca con la solfa delle amanti tradite o annuncia che "Appese fuori dalle mura di questo blog ci sono tante gabbie, e dopo qualche anno ormai non se ne distingue più il contenuto...".

      Il vecchietto è molto fuuuuurbo e gli allocchi abboccano.

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    6. A Fiorè, ma che sei, un fachiro?
      Io una strategia del genere la potevo aver studiata pure insieme a Von Clausewitz, ma non l'avrei retta manco cinque minuti.
      Vabbé, possiamo dire tranquillamente che la tua pazienza è stata infinita.
      Prima o poi, vedrai, te ne sarà reso merito.
      Quanto alla sua furbizia, e alla sua stella così fulgida nel 2013, non so ma avrei qualche dubbio.
      Più o meno in quel periodo ebbi l'idea malsana di inviargli una missiva della quale ti risparmio i contenuti, anche se si rivelerebbe anticipatrice di tendenze emerse poche settimane fa.
      Nella sua risposta esordì con un "tutto quello che sapete lo dovete a me", dicendo poi "so che prima o poi mi tradirai".
      Sorvolo sul resto, che pure sarebbe divertente, e forse contribuirebbe a darci un'ulteriore verifica della realtà che lo descrive come fine economista, ma lasciamo perdere.

      Non so altri, ma personalmente l'istinto porta a farmi qualche domanda rispetto a uno che senza manco conoscermi se n'esce piatto con cose del genere già all'inizio della sua risposta.

      Quindi tutta sta furbizia sinceramente non la vedo. Magari gli riesce meglio a esercitarla su cose più ponderata, come appunto gli scritti del suo blog, ma preso così alla sprovvista mi sembra in grossa difficoltà nel nascondere i lati più controversi del suo carattere.

      Rileggendo con maggiore attenzione la missiva che hai riportato emergono alcuni particolari davvero comici. Mi limito a riportarne uno, quell'esortazione all'umiltà che in bocca a un personaggio del genere suona davvero come surreale, o meglio metafisica.
      Vabbé, impariamo da lui che dice di vedere sempre il lato buono delle cose e quindi approfittiamone per farci una poderosa risata, che tanto di più non merita.

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    7. Vorrei chiarire: il testo che ho riportato non proviene da una missiva privata, non è nel mio stile fare ciò. Si tratta del commento inserito da Illo medesimo in calce alla discussione di QUESTO POST. Se non lo hai già fatto, ti consiglio di darci un'occhiata, sia al post che ai commenti. Ne emerge uno spaccato sconvolgente del fanatismo degli adepti alla setta.

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  4. Avevo letto a suo tempo.
    Ridando un'occhiata, vedo che tra i più attivi degli adepti c'è quell'Anakyn che anche qui abbiamo avuto modo di conoscere.

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  5. Mirabili nel post linkato da Fiorenzo gli impagabili interventi di tale Chinacat, una delle presenze più assiduamente fanatiche nel blog del Nostro.

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  6. Cosa c' è di male?
    Si prende un commento a caso tra le decine di commenti a cazzo e si da in pasto ai cani, serve per fidelizzare i cani.
    Oppure...
    In alcune poco invidiabili culture esiste ancora la lapidazione, l' essere umano è anche questo.

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  7. Risposte
    1. Perché non hai usato il Dizionario di Bagnai? Se usavi la formula "Potrebbe motivare meglio la sua tesi?" si sarebbe capito lo stesso quello che volevi dire ma non avresti fatto la figura del maleducato.

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