giovedì 20 agosto 2015

Bagnai l'avanguardista e la tramontana dell'euro


Tutto si può dire di Bagnai ma non che sia pigro, inattivo, inoperoso, apatico, abulico o impoltronito, anzi, Bagnai è sempre in prima linea, mai domo e soprattutto sempre avanti a tutti: lui vede i problemi prima degli altri, lui capisce le situazioni prima di tutti, lui prevede gli sviluppi futuri prima di chiunque, lui è sempre il primo in tutto, Bagnai è l'avanguardista per antonomasia o almeno vorrebbe esserlo.

Come si fa ad essere l'avanguardista perfetto ? E' facile:  basta cambiare continuamente le proprie posizioni e far credere di essere sempre avanti a tutti, qualcuno che ci crede si trova sempre.

Nel novembre del 2012 Bagnai pubblica il ben noto "Tramonto dell'euro" per dimostrare che per l'Italia sarebbe meglio uscire unilateralmente e quanto prima dalla moneta unica per gestire questo processo anziché subirlo.

Dopo pochi mesi Bagnai aderisce  al "Manifesto di solidarietà europea" che propone la segmentazione controllata dell'Eurozona: l'Italia potrebbe rimanere per qualche tempo nell'euro a patto che esca la Germania con qualche altro paese del Nord.

Da notare la differenza tra l'uscire quanto prima ed il rimanere per qualche tempo.

Nel novembre del 2014 Bagnai pubblica "L'Italia può farcela" per proporre uno scenario ancora diverso: nel nuovo libro si parla genericamente di dissoluzione controllata dell'Eurozona, in pratica i paesi dell'Eurozona dovrebbero tornare alle monete nazionali con una separazione consensuale, concordando  tempi e modi.

Ma da alcune settimane il vento è cambiato, ne abbiamo già parlato.

Oggi l'anemometro segnala la tramontana dell'euro:




Che vuol dire?  Vuol dire che Fassina ha perso il treno ed è arrivato tardi, vuol dire che lo scenario prospettato con "L'Italia può farcela" si è già dissolto e che Bagnai l'avanguardista si è posto di nuovo avanti a tutti proponendo uno scenario ancora diverso:  la dissoluzione controllata non è più fattibile, l'euro crollerà ma dobbiamo prepararci al peggio 




Dobbiamo prepararci alla Terza Guerra Mondiale perché questo è l'esito inevitabile della crisi irriversibile dell'euro.

And there is nothing we can do

Insomma Bagnai l'avanguardista in pochi mesi è passato dalla guerra di liberazione contro l'euro con annesso futuro radioso dell'amata patria al pessimismo cosmico.

A cosa è dovuto questo ennesimo riposizionamento? In parte è certamente dovuto alla constatazione che le proposte del TDE, del "Manifesto e di solidarietà europea" e dell'IPF non hanno trovato ed al momento non hanno uno sbocco politico nel breve periodo ed in parte è dovuto alla speranza che il referendum di Cameron, le presidenziali francesi del 2017 o qualche altro evento scombussoli lo scenario scatenando un disgregamento incasinato® dell'Eurozona.

Del resto, puntare sul catastrofismo è un ottimo toccasana per mascherare il fallimento della Goofynomics e per guadagnare comparsate in TV e spazio sui giornali per parlare a vanvera di argomenti ormai triti e ritriti.

In fin dei conti, il business personale  ( libri, interviste, articoli, convegni, comparsate TV) funziona meglio se l'euro sopravvive, se l'euro crollasse per davvero per Bagnai finirebbe la pacchia perché sarebbe costretto ad assumersi delle responsabilità reali.



33 commenti:

  1. Per la verità, la guerra civile, la guerra di secessione europea o addirittura una III guerra mondiale variamente condite da morti, dispersi, vendette e rappresaglie, hanno sempre.fatto da lugubre sottofondo alle argomentazioni del Nostro.

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    1. Il "cupio dissolvi" è la masturbazione dei mistici.

      « Sono messo alle strette infatti tra queste due cose: da una parte il desiderio di essere sciolto dal corpo per essere con Cristo, il che sarebbe assai meglio; d'altra parte, è più necessario per voi che io rimanga nella carne. »

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    2. Sì, ma adesso il sottofondo è diventato il leitmotiv:

      la crisi vi farà a brandelli, e con i vostri brandelli verranno concimati i campi che i vostri figli, ridotti in schiavitù, dissoderanno con la zappa. Mi astengo per pudore dal ricordarvi a quale compito saranno destinate le vostre bambine.

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    3. Bagnai è il male di chi vuol veramente trovare una soluzione : sta sterilizzando tutte le possibili strade per abbandonare l' euro rendendole ideologicamente impraticabili.

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    4. Il vulnus originario di Illo è nell'errore di valutazione sui tempi. Il "what ever it takes" lo ha letteralmente spiazzato, dando invece ragione a Stefano D'Andrea che ipotizzava tempi lunghi. Come pure, se permettete, a me, che gli suggerii, nella famosa lettera sul "Bagnai pensiero" di costruire un movimento d'opinione del quale egli poteva diventare UNO dei punti di riferimento, e non il solo. Un errore analogo lo ha commesso anche Pasquinelli (per un po' di tempo condivisi la sua opinione) il quale si aspettava una sollevazione che è lungi dal manifestarsi.

      Questo errore ha avuto per Bagnai conseguenze catastrofiche delle quali credo stia cominciando a prendere contezza (ma non ancora atto). Ne è un segnale il ricambio pressocché totale dei suoi commentatori. Non si vedono quasi più i nickname dei primi due anni, in gran parte refluiti verso altri gruppi o allontanatisi sconcertati dal suo divisionismo. Purtroppo il fallimento di Bagnai ha avuto conseguenze gravi perché l'abbattimento di un aereo in fase di decollo, tale era la situazione tra la fine del 2012 e l'inizio del 2013, non lascia scampo né ai passeggeri né all'equipaggio.

      Consentitemi di affermare un concetto: con l'adesione al manifesto di solidarietà europea è come se avesse preso una pistola sparachiodi e, dopo averla puntata sui suoi coglioni, avesse premuto il grilletto! Si è inchiodato al tavolo delle trattative con quelli che, a suo avviso, decidono delle sorti del mondo, ma a quel tavolo c'è solo lui.

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  2. Eccellente analisi, Fiorenzo. Mi chiedo come Pasquinelli potesse pensare a una sollevazione: le rivolte (che comunque non c'erano) per divenire rivoluzioni devono essere organizzate da qualcuno e non mi sembra che ci fosse nessuno in grado di farlo. Il ricambio dei commentatori del blog si spiega direi quasi interamente con l'autoritarismo del tenutario, Alberto BANNAI, come qualcuno l'ha chiamato.

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    1. Pasquinelli immaginava una sollevazione perché applica, anche lui, un metodo frattalico, come scherzosamente (ma non troppo) fa Barra Caracciolo. Con la differenza che l'omotetia di Pasquinelli è la Rivoluzione d'ottobre, quella di Barra Caracciolo è il 25 luglio 1943.

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  3. essendo molto d'accordo con quasi tutto quello che è stato detto, arrischio un off topic "filosofico".

    Uno dei più grandi misteri della natura umana è che il male unisce mentre il bene in un certo senso divide. Bagnai è il male per tante ragioni ma di fatto riesce ad unire non solo i suoi seguaci ma, se ci pensate, persino noi di questo blog che siamo i suoi più accaniti avversari. Senza Bagnai molto probabilmente non vi avrei conosciuti e avrei perso molto. E senza Bagnai, è triste dirlo ma è così, è molto dubbio che questo blog riuscirebbe a sopravvivere. Che sorta di maledizione è mai questa secondo la quale i giusti ( che sono, secondo me, sempre la stragrande maggioranza di una società ) sono destinati eternamente a non riconoscersi e a disperdere le loro forze ?

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  4. No Gaspare, non sono d'accordo con questa lettura escatologica. Qui non ci sono i "buoni" così come sul sito di Bagnai non ci sono i "cattivi". Semplicemente ci sono alcuni temi in discussione (tra i quali uno molto importante attiene alle modalità relazionali tra il gestore di quel blog e i suoi lettori) sui quali noi la pensiamo in un modo e loro in modo diverso. E neanche sempre.

    Ovviamente questo blog, senza Bagnai, non avrebbe ragione di esistere, ma ciò è chiaramente esplicitato dal suo gestore, il misterioso (giovane-maturo-vecchio? Ah saperlo...) Yanez. Permettimi di aggiungere che, se Bagnai non fosse così inutilmente offensivo, molte di queste discussioni potrebbero aver luogo direttamente sul suo blog, ma a quanto pare Illo preferisce i "grazie prof". Se li tenga.

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  5. Per scendere più terra terra, tutti questi personaggi credono che l' euro ed il modello mercantilista/finanziario cadranno come manufatti lasciati a se stessi sotto i colpi delle intemperie e del tempo, invece non è così, il progetto è costantemente mantenuto e coltivato, difeso con le unghie e con i denti.
    Stando sulla riva del fiume studiano ed approfondiscono accademicamente nella consapevolezza che sapere è potere, nella speranza che questo basti sia che passi o che non passi il cadavere dell' euro.
    Mentre noi che ingenui ci crediamo, pensiamo di dover fare qualcosa.
    Purtroppo siamo già sterilizzati da questi pseudointellettuali, a meno che...

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  6. Comunicazione di servizio

    Poco fa è stato pubblicato su Goofy un mio brevissimo commento

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    1. Ho aspettato per vedere se sarebbe passato senza offese, avevo già pronta la bottiglia di Schioppettino per festeggiare e invece puntuale è arrivato l' insulto sulla tua dotazione di cellule nervose, che pronunciato da chi ne ha di meno di quante ne ha supposte fa un po' ridere.

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  7. Mentre sto pensando al modo migliore di introdurre il Basic Income alla vostra attenzione, sperando che nel frattempo vi andiate a informare in rete dove si trova abbondante letteratura sull' argomento dato che é un movimento cha ha piú di vent'anni, e ribadendo che non ha niente a che vedere con il Reddito di cittadinanza di Girillo, anzi si potrebbe quasi dire che ne é l'opposto, vi vorrei segnalare una curiositá su Bagnai.
    I suoi messaggini ripetuti li ho sempre presi come stravaganze innocue, divertimenti, ma l'ultimo che cominciava: Non commentate i post dicendo "questo non lo pubblichi, che ha ripetuto veramente troppo, mi ha ricordato la scena di Shining dove la moglie scopre che Jack Nicholson che si era ritirato a fare il guardiano di un hotel deserto per scrivere un romanzo, in realtá per tutto il tempo aveva riempito il blocco dei fogli con una unica frase ripetuta: IL MATTINO HA L'ORO IN BOCCA (nella versione italiana) rendendosi conto cosi che era impazzito. Pochi giorni fa Bagnai posta ripetutamente il motto MORGENSTUND HAT GOLD IM MUND che sarebbe il corrispettivo tedesco del detto italiano. Boh! Ipotesi, forse qualcuno gli ha fatto presente l'analogia col film di Kubrick e lui ha risposto facendo il verso a Nicholson, sarebbe nel suo stile. Non so. Cosa ne pensate?Come quando si rimprovera un ragazzino dicendogli che é pazzo e allora lui comincia a fare il pazzo con le smorfie e le urla. Comunque mi sembra che adesso abbia eliminato parte delle ripetizioni.

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  8. Un abitino d' abete non lo vuole nessuno?
    Il prezzo sembra sia calato di molto, pare ci sia una grande offerta a fronte di una scarsa domanda.

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    1. Un panorama desolante, un habitat ideale per i crotali.

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    2. Da nonciclopedia: «Quando si sente minacciato il serpente agita la coda, il suono che ne scaturisce è davvero terrificante, più o meno come la voce di tua suocera quando arriva all'improvviso. Dopo questo primo avvertimento, se l'aggressore non demorde, il rettile passa alle vie di fatto: telefona all'avvocato e gli fa avere una diffida. Se però trova occupato morde e allora sono cazzi per davvero.»

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    3. Decisamente un pessimo spettacolo la sgarbizzazione ( nel senso di sgarbo) del dibattito.
      Quello che inquieta è la estrema specializzazione del sapere umano, certo inevitabile, che ha creato delle caste arroccate intorno ad una singola disciplina, all' interno delle quali si combatte una crudele lotta per l' egemonia.
      Al pubblico si riserva solo il clamore della lotta, scorrettezze ed offese degne di comari isteriche.
      Devo dire che in questo spettacolo la mia simpatia va a Bagnai che, pur nella sua raffinata crudezza espositiva, ha più di una volta rinunciato alla spocchia accademica tipica di molti suoi colleghi per regalarci apprezzabilissimi sforzi didascalici aperti al giudizio dei suoi lettori.
      Peccato che come sa benissimo lo stesso Bagnai la scienza non è democrazia e le verità scientifiche non si affermano tramite suffragio universale.

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    4. Ippolito,
      la sgarbizzazione del dibattito è iniziata con Bagnai e questo è un fatto incontrovertibile.

      La sgarbizzazione del dibattito è in parte dovuta ad un problema caratteriale, in parte è un vezzo del Nostro per far credere di essere chissà chi (anche Keynes aveva un caratteraccio ma era Keynes) ed in parte è scaturita dall'esigenza di massimizzare la visibilità per costruirsi in breve tempo una carriera politica.

      Ars Longa lo aveva inquadrato bene:

      Bagnai ha fiutato nell’Euro il tema che può “unificare pance diverse”. Ha capito che far convergere la spiegazione della crisi su qualcosa che si tocca, che hai in tasca è la cosa più facile. La gente è stanca e irritata. Non capirebbe un fico secco se gli si spiegasse la crisi per bene. Però capisce benissimo cosa è un Euro e dirigere stanchezza e irritazione verso l’Euro è facile e comprensibile. Ma, soprattutto, è dannatamente interclassista perché ti fa applaudire dall’operaio e dal padrone, dal muratore al laureato disoccupato. Probabilmente nel prossimo futuro Bagnai si farà qualcosina di politico o parapolitico (si comincia sempre da un manifesto) facendo tesoro del flop dei neoliberisti di FARE. Bagnai che ha – mi pare di intuire l’intelligenza sufficiente per assorbire stimoli differenti – ha capito che FARE si era delineata come qualcosa di “classista”, troppo vicino ad una parte.

      Il suo uovo di Colombo è presentarsi come qualcuno che è al di là della sinistra e della destra ma non inaffidabile e ignorante come il grillismo (dal quale si è opportunamente distanziato intuendone le derive). Da questa posizione ti rifila una spiegazione semplice semplice, la condisce di quel buon spirito antitedesco che sonnecchia in ogni italiano, spara due o tre scemenze sul recupero della sovranità nazionale, si accarezza gli imprenditori di Schio e cerca di ingraziarsi gli operai in una Union sacrée contro l’Euro.

      Così facendo finta di rigettare ogni ideologia se ne crea una propria che non c’entra più niente con l’economia o con qualsiasi analisi economica seria. Condisce il tutto con un po’ di “sgarbismo” ossia sputazza insulti a destra e sinistra, finisce in televisione, si crea una “massa critica” sufficiente di adoratori che si infilano in tutti gli interstizi rifilando le scemenze del maestro. Ed è quel che ho detto nel mio primo intervento sul personaggio: si sta costruendo una carriera politica, punto e basta.

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  9. Che dire di questo: http://goofynomics.blogspot.it/2015/08/monacelli-reply-and-rejoinder.html?m=1?

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  10. Carissimi, prima di affrontare il Basic Income che é un ossicino un po' duro, preferirei inquadrare la questione.
    Il mio errore nel blog di Bagnai é stato di presentarlo di botto, nudo e crudo. In questo modo capisco che abbia potuto risultare indigesto.
    Prima peró mi devo presentare. Bisogna sempre contestualizzare.
    Non sono una economista e non appartengo a nessun gruppo politico.
    L'ultima volta che ho votato é stato per Podemos perché abito a Madrid da vari anni (ma non sono di Podemos).
    Vado in Italia spesso dove ho molti amici e parenti piddini.
    Filosoficamente sono attratta dal VEDANTA ADVAITA che é la parte mistica dell'induismo.
    Sono ovviamente femminista (filone della differenza), ecologista, ambientalista, naturista, semivegetariana.
    La mia formazione é soprattutto artistica e psicoanalitica anche se attualmente mi occupo di altre cose.
    Ho una certa infarinatura marxista avendo militato brevemente in un gruppo di estrema sinistra.
    E poi devo ringraziare Bagnai che con la sua capacitá didattica e il suo talento come scrittore ha reso attraente l'economia anche per me.
    Ci tengo a intervenire in questo blog perché mi sembrate persone preparate, aperte e intellettualmente oneste. E soprattutto con un ego sotto controllo. Cosa che non si puó certo dire di Bagnai, purtroppo.
    Qualcuno disse che nell'analisi di un processo complesso bisogna afferrare la contraddizione principale. A me pare evidente che in questo momento storico é il precariato. Non solo come condizione lavorativa, ma anche come insicurezza ontologica.
    Ormai siamo tutti precari. L'insicurezza, l'angoscia di quello che puó succedere un domani a noi o ai nostri cari la sentiamo tutti.
    Anche chi ha un lavoro privilegiato puó essere un precario. Privilegiato, ma precario.
    Conosco un po' il mondo della pubblicitá dove un creativo puo`anche guadagnare molto, oddio non come una volta, comunque rispetto a uno che lavora in un call center, moltissimo. Ebbene vengono licenziati su due piedi anche loro e la maggioranza non ha alternative di lavoro.
    Che fa un copy writer licenziato? Con la buona uscita potrá magari aprire una pizzeria. Da creativo pubblicitario a pizzaiolo, é un bel salto. E le crisi di identitá si sa, sono pericolose. Psicotizzano.
    Molti si sorprendono che gli italiani non si sollevino, non reagiscano di piu. E molti rispondono che c'é ancora una grande maggioranza che sta bene.
    In Italia c'é tanta ricchezza, si dice, gli italiani sono dei gran risparmiatori.
    Sí, ci sono ancora tanti benestanti, gente che magari ha due, tre case e soldi in banca. É vero, ma anche questi sono angosciati. Io direi che sono terrorizzati. Hanno una paura fottuta di diventare poveri.
    Hanno visto il conoscente, impresario di successo, fallito, che ha dovuto andare a fare il cameriere nel ristorante di un amico. Hanno saputo di quell'altro che si é sparato. Il figlio laureato da tre anni, non trova lavoro. L'altro figlio é emigrato in Cile.
    Non spendono piú perché vogliono conservare il gruzzoletto, o il gruzzolone per i figli.
    Ma non sanno dove mettere i soldi.
    Sotto il materasso? in dollari?in BOT? azioni? in Svizzera?

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  11. Leggono un po' i blog finanziari per capire dove cazzo piazzare sti soldi e vengono a sapere di questa bolla mostruosa dei derivati che incombe sul pianeta, che varrebbe 10 volte il PIl mondiale e che potrebbe scoppiare da un momento all'altro.
    E l'angoscia diventa terrore.
    Quando vanno al bancomat, se per caso per un errore qualsiasi, questo non sputa soldi, panico! Non lo avranno bloccato come in Argentina o a Cipro?
    Alcuni pensano addirittura di trasfersi in Australia, altri a Malta che é piú vicina, etc..
    Insomma i benestanti non stanno piú bene.
    Se stanno cosí i benestanti, figuriamoci gli altri!
    Una donna che si alza alle due del mattino per prendere una corriera che la porterá a 300 chilometri per acinare l'uva a due euro l'ora! Ma che cos'é questo? E che crepa perché sull'uva ci spruzzano tutti sti veleni! Ma é concepibile una cosa cosí?
    Riassumendo, non solo le classi piú povere, ma anche tutta la classe media e media alta vive in una situazione precaria, di insicurezza.
    Ossia la maggioranza della popolazione.
    Non so ma mi sembra che sia la prima volta nella storia che succede una cosa cosí.
    Gli unici che non si sentono insicuri sono quelli che viaggiano in jet privato, che hanno vari rifugi antiatomici arredati lussuosamente e stipati di prelibatezze.
    Sono quelli che che sanno molto bene dove portare i capitali per non pagare le tasse, sono quelli che la crisi ha fatto arricchire ancora di piú.
    Il famoso un per cento.
    Sembra evidente che bisogna cambiare il modo di produrre. Non si puó proprio continuare cosí.
    Ma da dove cominciamo?
    In primis recuperare la sovranitá. Ovvio.
    Come, con chi, quando?
    Bisognerá che si formi un movimento di massa. Sull'obiettivo dell'uscita dall'euro?Difficile perché fa molta paura uscire dall'euro e tu vagli a spiegare. E poi vagli a spiegare, dove? In televisione?
    Occorre trovare un obiettivo-calamita che attragga a sé e mobiliti le masse.
    Un obiettivo concreto che centri la contraddizione principale.
    Tipo pane e pace per tutti, avete presente? Una cosetta cosí.
    Per esempio l'attuale sindachessa di Barcellona, Ada Colau appoggiata da Podemos, é una leader nata da un movimento spontaneo di massa, quello della lotta agli sfratti. Un grande movimento di massa su un obiettivo concreto, urgente, drammatico, sacrosanto. Nessun partito dietro. Non hanno avuto bisogno di andare in televisione. (continuerá)

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    1. Poi?
      Che la precarietà sia una "invenzione" recente ho i miei dubbi a meno di non considerare una condizione permanente la certezza della miseria .

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    2. La precarietá nel lavoro cosí generalizzata é una condizione che si é data recentemente. É quello che piú caratterizza il momento attuale. Mi sembra evidente. su questo sei d'accordo?
      Non so, non credo che la condizione degli gli schiavi nell'antica Roma per esempio o di quelli delle piantagioni in America sia mai stata definita precaria. Loro la sicurezza del lavoro ce l'avevano. La certezza della miseria, frutto del sistema capitalistico di produzione, che senso avrebbe definirla o non definirla precaria?
      Cioé non capisco la tua puntualizzazione. Appena avró tempo continueró. Grazie per avermi risposto.

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    3. Niente mettevo semplicemente in dubbio che la precarietà del lavoro fosse un elemento essenziale di insicurezza, per intenderci ci sono paesi dove la precarietà lavorativa viene considerata un valore persino da quelli che vivono di solo lavoro. Io non sono su queste posizioni, credo che la sicurezza di non cadere nella miseria più nera sia un diritto inalienabile della persona.
      Devi considerare che storicamente la precarietà del lavoro ha sostituito la povertà assoluta o addirittura la schiavitù, e come tale è stata un miglioramento delle condizioni individuali e non come mi pare di capire dal tuo discorso come un elemento di insicurezza in più.

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    4. Gran bel contributo, Dianade, grazie!

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  12. Quando parlo di precarietá non ne parlo in astratto, parlo di quella di oggi in contrapposizione agli anni passati, quando la maggiranza dei contratti era a tempo indeterminato e per licenziare un lavoratore bisognava dimostrare che aveva commesso una colpa grave. Quando i sindacati erano forti, quando c'era lo statuto dei lavoratori, etc,. Quando un operaio poteva programmare la sua vita, farsi una famiglia, far studiare i suoi figli etc. Quando c'era il welfare state. Tutto questo oggi non c'é piú. Mi sembra assurdo riaffermare queste ovvietá. La precarietá é un valore solo per i capitalisti. C'é un economista-sociologo inglese, Guy Standing, che ha scritto un libro che si intitola appunto El PRECARIADO, non so il titolo in italiano. É una categoria sociologica ormai.
    Tu sostieni che la precarietá é stata un miglioramento delle condizioni individuali. Dici storicamente, ma quando scusa? E neghi che sia un elemento di insicurezza in piú. Sinceramente non capisco cosa vuoi dire o dove vuoi arrivare. Mi viene un dubbio, sei del PD? Forse ho sbalgiato blog. Aiuto!

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    1. Ti aiuto a dire la verità senza troppi giri di parole, come hai fatto in questo ultimo commento.

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    2. No, non hai sbagliato blog. Almeno per conto mio.
      E' solo che resta sempre l'esperienza di vita a fare la coscienza di classe. Che sia del proletario, del pauperizzato o del precarizzato.
      Ci sono molti, forse troppi, che per loro fortuna ancora non vedono spalancarsi di fronte a sé il baratro dell'insicurezza e la paura del futuro. Quindi faticano a prendere coscienza di certe cose.
      Certo non gli si augura di scontrarsi con esse ma si cerca di spiegare loro le cose, con pazienza e nella speranza che prima o poi arrivino a capire.

      P.S.
      Ho letto il libro, che non è solo divertente ma puntualizza con efficacia tanti aspetti sui quali oggi si sorvola, colpevolmente.
      Al punto da far domandare se certi pensatori di fine 800 non fossero ben più avanti di noi. Il che scatena un'altra lunga serie di domande.
      Ho trovato efficacissima anche la prefazione di Walter Binni.
      Quindi grazie per il suggerimento.

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  13. Grazie clack. Credo che tutti abbiano paura in questo momento e temano il futuro, peró non capiscono, non sanno. La maggioranza ha solo la televisione come fonte di informazione. Che coscienza possono avere? Occorre risvegliarla. Spiegando loro le cose con pazienza, certo, ma temo che non basti. Dobbiamo essere creativi e escogitare dgli obiettivi concreti che vadano incontro alle loro angoscie. Solo cosí si potrá coinvogerli. Credo. Non é facile. Quando avró tempo vi esporró le mie idee.

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  14. Adesso però non fatemi passare per lo sgarbato di turno, cercavo solo di interloquire, in modo un po' polemico perchè poi quando ti trovi di fronte il piddino verace queste osservazioni te le fa Dianade. Prendilo come un allenamento.
    La precarietà nel nostro paese è un problema che ha angosciato ed angoscia i piccoli commercianti, i liberi professionisti, i piccoli e medi imprenditori, mentre i dipendenti pubblici e delle grandi aziende per fortuna erano riusciti a raggiungere un elevato grado di tutele, sono cose che bisogna ricordare, secondo me non è giusto che l' uguaglianza delle tutele si raggiunga verso il basso, cioè estendendo la precarietà a blocchi sociali che prima non la conoscevano.
    Ora la domanda che mi pongo è se dobbiamo accettare questa uguaglianza al ribasso e surrogarla con altre tutele o combattere per riconquistare ed addirittura estendere i diritti sociali sotto attacco.

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