domenica 3 maggio 2015

Fallacia alia aliam trudit 2 (The last chapter)

Nel post precedente abbiamo visto che il grafico con il quale il Profeta ha dato inizio alla sua avventura pippesca offre una visione piuttosto superficiale sullo sviluppo dei debiti pubblici e dei debiti esteri dei PIIGS tra il 2000 ed il 2007.

E' vero che in generale, nel periodo considerato,  la dinamica dei debiti pubblici dei PIIGS non è sincronizzata con la dinamica dei debiti esteri ma al di là di questo tra i vari paesi ci sono, in parte lo si è visto, differenze sostanziali, differenze che ci avvisano che la crisi dei PIIGS non può essere spiegata con uno schema semplicistico e che il peso ed il ruolo del debito privato nell'evoluzione della crisi non è stato lo stesso per tutti i PIIGS.

Ma il Profeta la pensa diversamente : con il grafico che ha dato il via all'avventura pippesca ha fatto vedere che nel periodo 2000-2007 i debiti pubblici non sono cresciuti ma sono cresciuti i debiti esteri e poi ha spiegato che essendo cresciuti anche i debiti privati allora i debiti esteri sono debiti privati.

Ma è davvero così o questo è un paralogismo ?

Questo è un paralogismo e nasce dal fatto di non considerare che i debiti pubblici verso l'estero  possono crescere anche quando i debiti pubblici nel loro complesso decrescono o rimangono stazionari, è sufficiente che cambi la proporzione tra debito pubblico detenuto da residenti e debito pubblico detenuto da non-residenti.

Allora ? E' vero come sostiene il Profeta che " la crisi dei PIGS nasce dall’accumulazione di debito privato verso creditori esteri."?

Nel saggio "The Eurozone between austerity and default"  del settembre 2010, Lapavitsas con altri autori fornisce alcune utili indicazioni sui debiti aggregati di Spagna, Portogallo e Grecia a fine 2009.

Da notare che l'analisi di Lapavitsas non prende in considerazione l'Irlanda (perché l'Irlanda "has several peculiar economic features that call for separate analysis") e l'Italia ("It is never an easy task accurately to place Italy within the Eurozone. In this context it is located within the core for obvious reasons of population size and relative economic weight.")

Lapavitsas ci dice che a fine 2009 (cioè quando scoppia il bubbone greco)  "The proportion of domestic to external debt stands at 67% to 33% for Spain, compared to 51% to 49% for Portugal and 49% to 51 % for Greece."

Poi aggiunge che  "the composition of aggregate debt is even more strikingly different when the proportion of private to public debt is considered. For Spain and Portugal the proportion is quite similar, standing at respectively, 87% to 13% and 85% to 15%. But for Greece the proportion stands at 58% to 42%. The Greek state is more indebted than the other two by several orders of magnitude. The difference is even more pronounced with regard to the composition of external debt. The balance of private to public external debt stood at 83% to 17% for Spain, 74% to 26% for Portugal, but 47% to 53% for Greece. However, when it comes to the balance between the domestic and external components of public debt alone, the proportions are 56% to 44% for Spain, 19% to 81% for Portugal, and 30% to 70% for Greece. Both the Greek and the Portuguese state are heavily indebted abroad, the latter proportionately more than the former".

Ricapitolando :

- secondo Lapavitsas, a fine 2009 il debito aggregato spagnolo e quello portoghese è sostanzialmente un debito privato, la componente pubblica è poco rilevante ( "the composition of aggregate debt is even more strikingly different when the proportion of private to public debt is considered. For Spain and Portugal the proportion is quite similar, standing at respectively, 87% to 13% and 85% to 15%.") mentre il debito aggregato greco è più o meno diviso a metà tra componente pubblica e componente privata con una prevalenza della componente privata (58%)


-  in Spagna e Portogallo il debito estero è prevalentemente privato, la quota pubblica è decisamente minore  ( "83% to 17% for Spain, 74% to 26% for Portugal") mentre in Grecia la quota di debito estero privato è leggermente minore rispetto alla quota pubblica ("47% to 53% for Greece.")

per quanto riguarda invece il debito pubblico,  la componente domestica del debito pubblico spagnolo è  più o meno pari a quella estera ( "56% to 44% for Spain") mentre il debito pubblico del Portogallo e della Grecia è fortemente sbilanciato sulla componente estera ("19% to 81% for Portugal, and 30% to 70% for Greece.") 

Sono dati significativi e altri sono reperibili qui e qui.

Di particolare interesse è la tabella n. 2 del paper di Dias External debt statistics of the euro area  : la differenza di peso del debito pubblico estero della Grecia rispetto a quello degli altri paesi dell'€zona appare subito evidente (quello della Grecia vale il 91% del PIL, quello del Portogallo, che è il secondo più rilevante, il 59% )

Se facciamo la differenza tra valori della tabella n. 1 (che rappresenta i valori del rapporto debito estero aggregato/PIL ) ed i valori della tabella n. 2  (che rappresenta  i valori del rapporto debito pubblico estero /PIL ) troviamo i valori del rapporto debito privato estero /PIL e per la Grecia tale valore a fine 2009, cioè alla vigilia dello scoppio del bubbone greco, è inferiore a quello del rapporto debito pubblico estero /PIL (81% contro 91%) . Ma il dato davvero interessante è che il valore del rapporto debito pubblico estero /PIL (91%) è di gran lunga quello più alto dell'intera €zona mentre il valore del rapporto debito estero privato/PIL è tra i più bassi.

Tutti questi dati ci portano alla conclusione che l'aumento sostenuto dei debiti privati esteri tra il 1999-2000 ed il 2007 è stato un elemento significativo nello sviluppo della crisi dei PIIGS ma non è stato per tutti i PIIGS l'elemento determinante e quindi non è vero che  "la crisi dei paesi periferici è dovuta sostanzialmente a un incremento abnorme dell'esposizione debitoria privata verso creditori del Nord Europa, e questo fenomeno è particolarmente evidente nel caso greco" , l'elemento determinante della crisi dei PIIGS va ricercato nella struttura e nella dinamica dei debiti aggregati : per Spagna ed Irlanda è stato determinante il peso del debito privato estero,  il Portogallo ha avuto sia un problema di eccessivo debito privato estero che un problema di debito pubblico estero mentre nella crisi greca è stato determinante il debito pubblico troppo alto rispetto al PIL e troppo sbilanciato sulla componente estera, esattamente il contrario di quello che sostiene il Nostro.

Vuoi vedere che aveva ragione De Grauwe ( qui )  nel sostenere che la Grecia era un caso a parte ? ("L’eccezione è naturalmente la Grecia, i cui governi hanno manipolato i dati e permesso così l’accumularsi di livelli insostenibili di deficit e debito.")

Anche Krugman (ad esempio qui ) ha sostenuto una tesi simile ("Also, Europe has bought into the notion that fiscal irresponsibility is at the heart of the crisis, which is true only of Greece and not true of the troubled countries as a group") .


E l'Italia ?


Nel 2010 il Profeta sosteneva ( qui ) che l'Italia non aveva un problema di debito estero :

"nel primo decennio dell’era euro, il deficit con l’estero (pubblico e privato) ha viaggiato in media all’8% del Pil in Grecia, al 9% in Portogallo, al 6% in Spagna... e solo all’1% in Italia. Nel 2007 il debito estero (pubblico e privato) era pari al 103% del Pil in Grecia, al 101% in Portogallo, all’85% in Spagna... e solo al 20% in Italia! [...]

Evidentemente, la crisi di Spagna, Grecia, ecc. è una crisi di insostenibilità del debito estero (che loro hanno e noi no), non del debito pubblico (che loro non hanno, o non quanto noi)."

e per questo stava reagendo bene alla crisi  e non correva rischi ( vedi qui ) :

"As a matter of fact, Italy has withstood so far the global financial crisis, despite having a debt of around 120 GDP points. In 2007 its public debt was 117 GDP points, larger than the Greek one, but its external debt was only 21 GDP points (as compared to 104 GDP points in Greece)."


Dopo un anno, nell'estate del 2011 , quando scoppia la crisi dello spread , il Profeta cambia idea ( qui ) :

"L'’Italia ha dunque (anche) un problema di debito estero, che non è tutto di origine pubblica."

Il problema ? "L'aumento di 10 punti di Pil del debito estero dal 2002 al 2008 [...] riconducibile al tentativo delle famiglie di mantenere i propri livelli di consumo, intaccando la propria ricchezza netta, in presenza di redditi stagnanti o in calo."

Ma nel paper del  maggio 2010 il Profeta  aveva sostenuto il contrario cioè che "Italy was able to withstand the impact of the global financial crisis thanks to its structural features (in particular, to its high rate of private saving)"

In ogni caso un aumento di 10 punti di Pil del debito estero (netto ) dal 2002 al 2008 non avrebbe potuto mettere l'Italia sullo stesso piano degli altri PIIGS, è lo stesso Profeta che ce lo dice ( a sua insaputa ) con una tabellina pubblicata nel post Quelli che… la colpa è del debito pubblico nella quale si vede che mentre il debito estero (netto) dell'Italia aumenta di 10 punti di PIL tra il 1999 ed il 2007, quello degli altri PIIGS aumenta in misura molto maggiore ( 70 punti per la Grecia, 68 punti per l'Irlanda, 67 punti per il Portogallo e 49 punti per la Spagna) .

Ma la differenza con gli altri PIIGS non sta solo nella misura della crescita dell'indebitamento estero netto, sta anche nel livello dell'indebitamento stesso ( cfr. ancora qui ) :  mentre nel 2008 il debito estero netto dell'Italia tocca quota 33% sul PIL, quello della Grecia tocca quota 69% , quello del Portogallo tocca quota 75% e quello della Spagna tocca quota 74%.

Se riprendiamo di nuovo in considerazione le tabelle n. 1 e n. 2 del paper di Dias troviamo la conferma che
alla vigilia della crisi l'Italia non ha avuto un problema di debito privato estero : il debito aggregato estero ed il debito privato estero sono relativamente bassi.
 E quindi ?  E quindi è meglio lasciar perdere i dati traballanti e le analisi vaganti del Profeta e dire che l'Italia non ha mai avuto un rilevante problema di debito estero privato, ha avuto semmai,  da un certo momento in poi,  un problema di vulnerabilità sul debito PUBBLICO  perché il debito è, con quello della Grecia, il più alto dell'€zona e perché più della metà del debito è in mano di non-residenti :




Nel 2011 la Banca d'Italia calcolava che dal 1995 in poi la percentuale del nostro debito pubblico detenuto da soggetti non residenti  era cresciuta dal 10% al 56%.


In parole povere, la base dell'edificio pippesco ( "la crisi dei PIGS nasce dall’accumulazione di debito privato verso creditori esteri" è fragile (per non dire inconsistente) :  la diagnosi del Profeta sulla crisi dei PIIGS vale solo per paesi come Spagna e Irlanda, per Grecia e Italia la crisi si è sviluppata in un contesto diverso che poco o nulla ha a che fare con una presunta esplosione del debito privato finanziato con capitale esterola Grecia, nonostante la crescita vigorosa del debito privato, estero e domestico, negli anni dell'€, ha sempre avuto il rapporto debito privato/PIL più basso dell'€zona e l'Italia ha sempre avuto un rapporto debito privato/PIL relativamente più basso rispetto al resto dell'€zona mentre sia Grecia che Italia hanno sempre avuto il rapporto debito pubblico/PIL più alto dell'€zona.

In estrema sintesi : i dati ci dicono che per Grecia e Italia la crisi non si è sviluppata a causa di una bolla speculativa alimentata dal credito privato estero, come è avvenuto in Spagna ed Irlanda, ma si è sviluppata soprattutto per il timore di un collasso del debito pubblico troppo alto, troppo rischioso e troppo esposto sull'estero.

Restano in sospeso alcune domande :

-  perché il Profeta ha cambiato radicalmente le sue posizioni sull'€ e sulla crisi dell'€Z tra il 2010 ed il 2011?

-  perché il Profeta insiste nel dire che "la crisi che stiamo vivendo non nasce dal debito pubblico" ?

-  perché i paesi che hanno avuto per anni i debiti pubblici più alti (Grecia ed Italia) sono anche quelli che accusano le maggiori difficoltà nel gestire la crisi ?




16 commenti:

  1. Risposte
    1. Nel post mi occupo della diagnosi della crisi che fa il Nostro ma se tu credi che la sua diagnosi sia giusta allora dovresti provare a rispondere alla terza domanda.

      Per quanto riguarda il discorso di Draghi, possiamo discuterne ma sarebbe meglio farlo sulla base del testo scritto :

      https://www.ecb.europa.eu/press/key/date/2014/html/sp141127_1.it.html

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  2. Avevo fatto delle critiche ben precise, non solo a te, nel post precedente.
    In ogni caso resta il fatto che se ai paesi più " deboli" togli lo strumento della leva monetaria, indipendentemente dalla prevalenza o combinazione dei vari tipi di debito, tu togli uno strumento potente di resistenza e rimodulazione agli shock esterni.

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    1. La leva monetaria è davvero uno strumento potente ?

      http://keynesblog.com/2014/07/30/le-svalutazioni-che-non-funzionano/

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    2. E comunque uno strumento, perché rinunciarvi?

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    3. Ippolito, è bene che tu abbia ben chiaro l'obiettivo ideologico del buon Peter, a prescindere dalle critiche più o meno fondate al propheta, che è quello di affermare la neutralità della moneta. Se ciò ti è chiaro puoi frequentare qusto blog senza pericoli...

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    4. Sinceramente tenere conto dell' obiettivo dell' interlocutore rischia di alimentare posizioni manichee e non è il mio obiettivo

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    5. @ Ippolito

      Siamo entrati nell'€ con l'idea che la moneta unica fosse uno strumento più potente della leva monetaria per raddrizzare la baracca italiana.

      Siamo sicuri che uscendo dall'€ il ripristino della leva monetaria sarebbe uno strumento efficace per raddrizzare la baracca ?

      Se la risposta è NO, NON SONO SICURO la domanda successiva è :
      quali potrebbero essere i benefici ed i rischi di un'eventuale ritorno alla Lira ?

      Se la risposta è SI, SONO SICURO la domanda è : quali sono secondo te i soggetti politici in grado di gestire il nuovo corso ?

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    6. @ Fiorenzo

      Il mio non è un approccio ideologico, è semmai un approccio laico, anti-dogmatico e pragmatico.

      Domanda : tu credi che il ritorno alla Lira ed il ripristino della sovranità monetaria implichi il crollo del capitalismo e l'evaporazione delle politiche liberiste ?

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    7. Peter, l' euro come strumento fa schifo e soprattutto non ha mantenuto nulla di quello che ci era stato promesso, anzi si è verificato il contrario.
      Riappropriarsi della sovranità monetaria è necessario perché è necessaria una politica monetaria diversa per economie diverse.
      poi se andremo a sbattere anche con la "liretta" io non lo so, ma almeno saremo pienamente artefici del nostro destino.
      Scusa Peter , ma che domande sono? se tu vuoi costruire e manutenere una casa hai bisogno di tutti gli strumenti o preferisci rinunciare, che so' al martello, per paura che chi lo usa lo usi male? A mio parere non si rinuncia al martello, al limite non si da o lo si toglie a chi si pensa che possa usarlo in maniera dannosa, in democrazia dovrebbe essere così, poi se non si vuole la democrazia e la libertà lo si dica chiaramente. Si parla tanto di autodeterminazione dei popoli e possedere la propria moneta è uno strumento indispensabile a questo scopo.

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    8. @ Ippolito

      «Io ho fatto campagna elettorale alle europee per la Lega per portare voti al Movimento e ho fatto il mio dovere, facendo una giusta battaglia contro l’euro e contro l’Europa dei burocrati. Ma non sopporto che ci etichettino come partito di destra. Siamo quanto di più lontano ci sia dalle destre nazionaliste e da qualsivoglia forma di fascismo, se ci fosse mai una svolta del genere sarei il primo a lasciare la Lega. Detto ciò Salvini parli anche con il diavolo pur di arrivare a realizzare il nostro progetto che è l’autodeterminazione dei popoli europei».

      Dichiarazione di Erminio Boso, leader dell’ala indipendentista del Carroccio, 29 maggio 2014

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    9. Sai benissimo come la penso su questo argomento e ti ricordo che, sia pure per un brevissimo periodo, il diavolo è stato il partito di D' Alema.

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    10. D'Alema sta alla Politica come Totti sta alla fisica quantistica

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    11. Credo possa fare guasti maggiori di Totti, D' Alema è parte di un entaglement (non quantistico) di interessi sovranazionali.

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  3. Ah Yanez, e daje! Ma pe' chi mm'hai preso?

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  4. Credo anche io che il buon Peter abbia di noi lo stessa considerazione che illo ci riserva.

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