mercoledì 8 aprile 2015

Sfondoni, paralogismi e autogol

Un cinguettio del profeta della Goofynomics mi dà lo spunto per commentare lo strampalatissimo post  pubblicato oggi dal profeta nel quale vengono fatte una serie di affermazioni a dir poco bizzarre.

La tesi principale del post, scritto in un inglese, è che il declino dell'Italia deriva in parte dalla sua scarsa influenza politica. Se si mette la situazione italiana a confronto con quella francese, secondo il profeta si vede chiaramente che  "The crucial difference between Italy and France, therefore, is not one of "macroeconomic fundamentals", or of "fiscal space". It is rather a difference in political influence."

Da dove deriva tale "difference in political influence." ?

Secondo il profeta la differenza deriva dal fatto che "France managed to be an Allied country, and we were an Axis country." In parole povere, secondo il profeta la nostra influenza politica in Europa è scarsa perché siamo usciti perdenti dalla Seconda Guerra Mondiale.

Sotto il profilo dell'analisi storico-politica questa valutazione corrisponde ad un vero e proprio sfondone perché anche la Germania faceva parte dell'Asse ed è uscita distrutta dalla Seconda Guerra Mondiale eppure adesso comanda in Europa. Quindi è chiaro che la spiegazione del profeta a proposito della nostra scarsa influenza politica in Europa non sta in piedi.

Dopo lo sfondone, il profeta ci regala uno dei suoi soliti paralogismi sostenendo che "During the crisis, Italy could have grown faster if properly stimulated by "non-austerian" policies."

La domanda è : come avrebbe potuto crescere durante la crisi, se l'Italia non cresceva nemmeno prima della crisi, quando ancora non si parlava di austerità ?

Ma a parte lo sfondone ed il paralogismo di cui si è detto,  tutto il post si risolve in un autogol nella misura in cui,  ammettendo che la nostra influenza politica in Europa è ridotta anche adesso ai minimi termini perché Renzi è un pupazzo e non è l'unico ("we have a puppet (well, actually more than one.."),  non si capisce chi (cioè quale soggetto politico) sarebbe in grado, secondo il profeta,  di gestire gli interessi italiani nel caso di una rottura concordata dell'€zona (momentaneamente l'opzione preferita dal profeta) o di una rottura traumatica.

Ah, gli euroscettici ! La loro dimensione dialettica resta l'autogol. Non capiremo mai se ci sono o ci fanno...

3 commenti:

  1. Se si guarda questo grafico, tratto da dati IMF (bilancia commerciale di Italia, Francia e Spagna) dal 2005 al 2013, si vede bene che Italia e Spagna dal 2010 l'hanno nettamente migliorata, mentre la Francia è rimasta in territorio negativo. La domanda è: perché alla Francia non viene imposta una correzione di stampo "montiano"? Passi per la Spagna, che pure è tornata in surplus, ma perché la Francia continua ad essere graziata mentre l'Italia che è in surplus, come la Spagna, deve continuare a fare austerità?

    Io, con le mie limitate conoscenze, non riesco a trovare una ragione per ciò. Non ne resta che una: quello che dice Illo, ovvero che è un problema di "influenza politica", cioè di potere effettivo.

    coregime se sbalio.

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  2. Non mi sembra di aver negato che tra Italia e Francia vi sia una "difference in political influence", la mia intenzione era quella di mettere in luce l'aporìa nella quale è inciampato il Bagnai-pensiero : se dici che l'Italia è politicamente ininfluente sul piano europeo/internazionale, che senso ha propugnare un'uscita concordata dell'Italia dall'€ o una segmentazione controllata dell'€zona ?

    I Paese forti avrebbero comunque la meglio e potremmo essere costretti ad accettare regole e vincoli persino peggiori di quelli attuali.

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  3. Più che altro rischia di diventare noioso

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