venerdì 26 agosto 2016

...e ora spinna questa, Pietrino, spinnala bene...


In questi giorni segnati dal tragico terremoto di Amatrice e dintorni ho avuto con il Prof un amichevole scambio di vedute su alcune questioncelle. Naturalmente gli ho detto subito che il suo post sul terremoto Amatrice (dormitio virginis) non mi era piaciuto (Che brutto post! Qui il livello è sempre più  basso... ).

Poi, per mostrare quanto fosse superficiale e fuorviante attribuire a Bruxelles e alla Germania responsabilità che non hanno gli ho mandato un primo link per contestare la frase dobbiamo chiedere all'Europa i nostri soldi, e l'Europa questi soldi non ce li dà



Poi gli ho mandato un link ad un articolo del FQ sull'ospedale di Amatrice per contestare la frase noi dobbiamo chiudere gli ospedali "piccoli", anziché renderli antisismici 




ma il Prof non mi ha preso in considerazione.

Poi gli ho mandato un link riguardante il crollo delle scuola di Amatrice per contestare la frase dobbiamo lasciare i territori in dissesto  ed evidenziare il fatto che non è colpa dei vincoli europei se i soldi vengono spesi male quando si cerca di fare prevenzione antisismica o di sistemare i territori in dissesto. Questa volta il Prof mi ha nuovamente preso in considerazione




e mi ha pure risposto facendo sfoggio di benaltrismo all'ennesima potenza




Gli ho risposto facendogli notare che non era entrato nel merito della questione (era un modo gentile per dirgli che il debunking era andato a buon fine) ma lui ha fatto finta di nulla e mi ha rimandato al post di 48 AMATRICE ERA UN BORGO ITALIANO, MOLTO ANTICO (SUMMA VILLARUM). MA ORA C'E' LA "SOLIDARIETA'" €UROPEA





A quel punto la nostra conservazione si è interrotta perché il Prof non ha pubblicato i miei 2 commenti successivi: nel primo esprimevo il mio giudizio sul post di 48 ( il post di Quarantotto ? Sì, l'ho letto, è un'apologia dell'inefficienza italiota), nel secondo citavo la Tatcher (Non ci può essere libertà se non c’è libertà economica) per evidenziare quanto fosse ambiguo ed equivoco il suo appello benaltrista alla libertà.

Poi il Prof ha trovato degli spunti per scrivere un nuovo post intitolato QED 66: le asimmetrie europee nel quale, a suo dire, si dimostrerebbe  la semplice idea espressa nel post precedente  cioè che

le asimmetrie strutturali del disegno europeo sono più "pervasive" (come direbbe un economista) di quanto si possa a prima vista percepire, e contaminano nei modi più subdoli e inattesi la "governance" (come direbbe un economista) di questa bella di nazioni famiglia e di vassalli...

Appena ho letto il nuovo post e visto che il Prof mi chiamava in causa (...e ora spinna questa, Pietrino, spinnala bene...) , ho subito inviato un commento per chiarire la mia posizione ed il senso dei miei interventi precedenti:

Prof,
il vittimismo fa da contraltare all'autorazzismo e questo post trasuda vittimismo da ogni parola.

È inutile e distorsivo addebitare all'Europa colpe che l'Europa non ha, i fatti (ripeto: i fatti) devono indurci al realismo (che nulla ha a che vedere con il vittimismo o l'autorazzismo) ed i fatti ci dicono che nel caso in questione IL problema non risiede nelle "asimmetrie strutturali del disegno europeo" ma sta nelle NOSTRE inefficienze (la scuola di Amatrice che crolla nonostante la ristrutturazione, l'ospedale inagibile per il quale erano stati stanziati 2 milioni che non sono stati usati).

Pertanto anche se noi avessimo la libertà di spendere quanto ci pare, IL problema non si risolverebbe, potrebbe addirittura aggravarsi, perché IL problema non sta tanto nella quantità della spesa ma nella qualità.

Il Prof non ha pubblicato il mio commento ma non c'è da stupirsene: spesso coloro che invocano la libertà come bene supremo sono i più solerti nel togliere la libertà di parola a chi non si genuflette.


P.S. ore 11 del 26 agosto

Poco fa Corrado Clini ha affermato quanto segue



confutando in pratica il presunto QED del Prof.

1 commento:

  1. Caro Peter,
    Chiaramente il problema è nella qualità della spesa pubblica, in questo caso. Solo chi non vuole vedere i problemi strutturali del Paese - per logiche essenzialmente ideologiche sostanzialmente identiche a quelle per le quali l'Europa è difesa a prescindere - non se ne rende conto.
    Con il professore purtroppo la battaglia è persa in partenza perché l'esigenza, in parte comprensibile, di ottenere ascolto lo ha portato su posizioni sempre più unilaterali in modo strumentale e controproducente per la sua stessa autorevolezza, che ormai, come dire, si è smaterializzata.
    Il problema però è essenzialmente culturale: che l'attacco alle logiche socialdemocratiche sia stato durissimo e abbia prodotto l'antistatalismo in cui tutte le forze politiche si sono identificate è vero.
    Siamo davvero in un mare di guai, comunque la si guardi.

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